Sara guardava distrattamente la lavagna mentre la maestra spiegava un nonsochè di storia.
Mario continuava a buttare l’occhio sulle sue treccine, che bello deve essere toccarle! Chissà come ha fatto a farle così bene.
Mario prende la gomma ci scrive sopra qualcosa, poi la passa a Giuseppe che la dia a Fabio che la passi a Margherita che lo dia a Sara.
Ti metti con me? Dice la gomma.
Si – No. Bisogna scegliere
Sara legge la gomma, si gira verso Margherita, che indica Fabio, che lancia un’occhiata a Giuseppe che indica Mario. Mario vuole toccare le treccine! Ma Sara dice di no. E si gira dall’altra parte.
Mario insiste, e il giorno dopo fa trovare a Sara una caramella sul banco. Margherita le dice che le pareva fosse stato Fabio, ma Fabio non è venuto a scuola quel giorno. Sarà mica stato Mario?
In classe entra Mario, Sara si imbarazza e corre al suo banco, ci si siede e si sente osservata.
Di colpo si gira, ha di nuovo le treccine, e Mario fa un salto sulla sedia.
La maestra li vede, e li rimprovera. Dovete stare attenti! Dice. Sara si arrabbia, lei è sempre brava a scuola e Mario l’ha distratta. Che penserà ora la maestra?
Qualche giorno dopo Sara trova un biglietto nell’astuccio. Mi piacciono le tue trecce! C’è scritto. Sara si arrabbia e butta il biglietto nel cestino. Poi va fuori a giocare, è ricreazione. Con le sue amiche parla dell’ammiratore, le da fastidio, non ne vuole sapere.
Mario la guarda giocare, poi viene distratto dal pallone da calcio. Goal! Questo è per Sara!
La settimana dopo Mario arriva a scuola, è arrabbiato. Sara lo vede e un po’si preoccupa. Mario tiene la testa sul quaderno, Sara si avvicina e gli chiede cos’ha. Mario dice che non ha niente, e la manda via. Allora Sara ci rimane male, ma poi gli lascia un cioccolatino nella tasca del grembiule. Mario sa, e gli scappa un sorriso.
Al pomeriggio, durante la ricreazione lunga, si danno appuntamento alla siepe con le bacche. Mario le dice che è innamorato, Sara non sa che rispondere. Allora Mario vedendola preoccupata dice così:
“Se io sono innamorato di te, vuol dire che quando gioco a pallone con i maschi tu puoi venire a tirare una volta.”
Aggiunge:
“Poi vuol dire che tutte le mattine mi devi aspettare fuori dal cancello e mi devi dare la mano. E se tu sei innamorata di me vuol dire che io aiuto te e tu aiuti me. Se le tue amiche ti danno fastidio, tu mi chiami e io arrivo. E se io non ho fatto i compiti tu mi fai copiare i tuoi”
Poi la guarda e chiede:
“Poi ogni tanto vorrei toccare le tue trecce, sono molto belle!”
Sara tira fuori dalla tasca la gomma, e con la penna scrive “Sì”.