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Crescere bambini felici

thHTN0CHW9Se penso all’idea comune che sento di educazione, mi viene in mente un  passaggio del libro della Montessori “Il bambino in famiglia” in cui si dice che il bambino viene inteso erroneamente come una “cera molle” da plasmare a piacimento. Quello che spiega la Montessori è che l’adulto ha poca considerazione del bambino in quanto tale e tenderebbe ad assumersi un ruolo non propriamente equilibrato.

Sembra cioè, che l’idea sia quella di dover modellare, direzionare, un po’ costringendo l’educazione stessa verso una direzione ben precisa, oserei dire tranquillizzante per l’adulto. Parrebbe cioè che un bambino educato sia colui che rispetta e osserva tutto ciò che gli viene detto di fare, seguendo pedissequamente anche un certo modo di farlo.

 La Montessori non ci va per il leggero e, giustamente, definisce questa modalità ‘infernale’ e ‘diabolica’. Fa un ragionamento molto semplice che dice: se non si da al bambino la possibilità di crescere per ciò che è nella sua essenza, egli non avrà occasione di costruire nè di costruirsi e così l’azione dell’adulto diventa distruttiva.
 Mi permetterei di avvalorare la tesi aggiungendo qualche riflessione. Se la modalità dell’adulto non diventa maggiormente passiva, cioè non concede  al bambino più spazio di essere, in quanto tale, i rischi che si incorrono sono parecchi. Che cosa si può fare?
1. Il bambino è comunque un individuo a sé e va rispettato nelle sue sfaccettature; non può essere né un piccolo adulto, né la brutta copia di un genitore. È essenziale riconoscere un bambino per le sue caratteristiche peculiari.

2. Il bambino si può auto modellare; questo non vuol dire crescere un folletto indemoniato in balia di se stesso. Significa però concedergli una certa fiducia nel fatto stesso di sapere come si cresce.  Diciamo così, ognuno di noi vive perché ha una serie di condizioni organiche (e non solo) che lo consentono, nessuno di noi ha insegnato al cuore a battere o ai polmoni a respirare; per il bambino vale la stessa cosa, cioè anche lui ha una sua capacità intrinseca di sapere già come crescere. Questo sapere si traduce nella spontaneità che ha il bambino di osservare , di giocare, di ballare, di curiosare. È un sapere che deve essere assolutamente riconosciuto e valorizzato.

3. La Montessori suggerisce di trattare il bambino un po’ come un ospite illustre. Mi permetto di tradurre la cosa con una metafora: non è necessario crescere un principe tiranno, ma considerare il bambino come un individuo che è appena arrivato, uno che ‘è nuovo di queste parti’, uno a cui bisogna spiegargli i posti più belli da vedere, le vie da evitare, i tipi sospetti da non conoscere; a pensarci bene,  il ruolo degli adulti è veramente spettacolare. I genitori, in particolare,  possono diventare  le guide turistiche o essere delle specie di mediatori, che so tipo quelli della regina che ti illuminano su come ci si veste nelle occasioni speciali…

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