C’è bisogno talvolta di ricordarsi cosa vuol dire educare. Nella frenesia quotidiana è difficile seguire il passo della crescita. Eppure, è necessario.
Allora, proviamo a tenerlo a mente con qualche consiglio:
1. libera espressione significa consentire ad un bambino di sbagliare. Forse per un educatore è la cosa più difficile perché assistere al fallimento, supportarlo e sopportarlo significa poterlo accettare in un tempo limitato, quasi cristallizzato, che resta un istante nella complessa trama della vita. Ma uno sbaglio oggi, in situazione protetta, può salvarti la vita domani.
2. crescere con lentezza: lo stupore ha bisogno di tempo; pretendiamo perfezione in poco tempo, efficienza e competenza, prestazione e disinvoltura. Come se dovessimo incasellarci in un puzzle composto da divinità. E se invece bastasse andare un po’ più piano? Non ci sarebbe così la possibilità di assaporare i momenti?
3. godersi i momenti: gli istanti si perdono nel momento stesso in cui si vivono, “ogni lasciata è persa” e “carpe diem”. Il momento del primo “Mamma”, l’istante dell’intuito…”Ho capito” ti dice il bambino con gli occhi, tutti i giorni potrebbero essere prime volte! E allora perché lasciarli al turbinio della noiosa routine?
4. credere: che sia possibile credere! La costrizione fa in modo che l’unicità degli individui voli come foglie nella tempesta. Succede qualcosa di magico quando si crede, quando si ha fiducia nell’altro solo perché è lì davanti a te. Si rispecchia nei tuoi occhi e inizia a credere anche lui. Crede in sé stesso, crede di poter riuscire, crede di essere bravo. Perché l’ha visto, perché glile’hai mostrato!
5. sognare: essere troppo aderenti alla realtà ci fa essere noiosi; essere troppo fantasiosi ci porta al delirio. Ma il sogno, la fantasia, l’irreale, fanno parte di un mondo conservato gelosamente in ogni bambino. E pensare di trattare un bambino come un piccolo adulto, non solo significa aver dimenticato il proprio sogno, ma anche sopprimere quello dell’altro.